La Transizione Energetica: un’opportunità di investimento per le aziende orientate alla sostenibilità ESG.
Negli ultimi anni i governi dei Paesi di tutto il mondo hanno siglato accordi globali senza precedenti, che saranno in grado di cambiare le politiche d’investimento in modo radicale.
I conclamati cambiamenti climatici, l’utilizzo ancora indispensabile di combustibili fossili, quali:
> Petrolio;
> Gas naturali.
Hanno trasformato le priorità dei rischi collegati agli investimenti.
I fattori di sostenibilità ESG (Environment, Social & Governance) sono ormai divenuti un fattore imprescindibile per ogni azienda manifatturiera e non.
Negli ultimi anni i governi dei Paesi di tutto il mondo hanno siglato accordi globali senza precedenti, che saranno in grado di cambiare le politiche d’investimento in modo radicale, spingendo la trasformazione verso un’economia sostenibile e compatibile con l’ambiente, promuovendo e sostenendo una “transizione energetica globale”, attraverso sostegni economici di vario tipo, nei diversi settori industriali.
L’Unione Europea, oltre che a varare un importante Piano Finanziario Pluriennale a sostegno del “green deal”, è scesa in campo in modo considerevole ed ha deciso di accelerare i processi di transizione energetica, anticipando importanti target al 2035.
Anche i mercati finanziari stanno andando verso questa direzione, costituendo delle vere e proprie autorità di regolamentazione, collegando il rischio climatico nel sistema finanziario globale.
Come? Andando a modificare i rating delle società finanziarie, qualora queste non dovessero dichiarare una politica di sostenibilità e d’investimento in chiave “green”.
Infine, in questo periodo storico e economico, “la sostenibilità” va fortunatamente di paro passo con “l’etica” spingendo molte aziende ad intraprendere percorsi di gestione e quindi d’investimento, puntando sui fattori ESG, in accoppiata con i VALORI ETICI aziendali e di governance.
Non si tratta quindi di promuovere azioni cheep di “green washing”, al contrario le aziende stanno scommettendo fortemente sull’opportunità di una crescita più profonda e radicata, un’evoluzione culturale capace di generare i veri valori aziendali, che si rispecchiano necessariamente sia nella gestione che negli investimenti di breve/medio e di lungo periodo.
Come avviene all’interno di un’azienda questo cambio epocale culturale di Governance, puntando sui fattori ESG?
Molte aziende, soprattutto quelle pubbliche e quotate nelle borse di tutto il mondo, hanno esteso le politiche ESG alle policy sociali ed etiche, certificandosi e pubblicando le ESG strategy di breve/medio e lungo periodo e definendo in esse i target da raggiungere.
Al contempo assieme alla reportistica semestrale di andamento aziendale, le stesse hanno l’obbligo di pubblicare un fascicolo di reportistica specifica sullo sviluppo dei fattori ESG.
Generalmente le grandi aziende fanno da apripista nei mercati e quindi questa tendenza va necessariamente letta in chiave “botton down”.
Non a caso, molte piccole aziende si sono certificate ed hanno già pubblicato i primi bilanci di sostenibilità, dichiarando i propri investimenti di breve/medio e lungo periodo.
Stiamo parlando per lo più di aziende manifatturiere fortemente energivore che hanno implementato la propria gamma di prodotti con l’utilizzo e/o l’aggiunta di “bio-materiali”, ma anche realtà produttive che per scelta strategica hanno optato per una politica d’investimenti finalizzati all’efficientamento energetico ed al miglioramento del proprio ambiente di lavoro, adeguando i siti produttivi e gli involucri edilizi, come ad es: installando impianti che generano energia elettrica da fonti rinnovabili, revamping in genere sugli apparati di consumo, cambio infissi, cappotti termici, cambio caldaie con pompe di calore, smaltimento del cemento amianto ed altre attività propedeutiche.
Ma andiamo nello specifico, cosa sono le certificazioni ESG?
Sono una serie di standard operativi a cui devono attenersi le strategie di un’azienda.
Queste certificazioni valutano la sostenibilità delle organizzazioni, in particolare la loro capacità di allinearsi a una serie di requisiti fondamentali per lo sviluppo sostenibile dal punto di vista economico, ambientale, sociale e di governance dell’azienda.
La sostenibilità ha tre dimensioni.
ESG è un acronimo (Environmental, Social & Governance).
> Ambito Environmental (E), rientrano i fattori ambientali, ovvero il modo in cui un’organizzazione contribuisce alla tutela e alla gestione dell’ambiente.
> Ambito Social (S), rientrano i servizi, ovvero l’impatto in cui un’organizzazione interagisce con il territorio e con le persone, che siano dipendenti, fornitori e clienti.
> Ambito Governance (G), rientrano le strategie, ovvero il modo in cui un’organizzazione intende applicare i primi due fattori nell’ambito aziendale.
Come ottenere la certificazione ESG?
La sostenibilità ESG sta diventando un tema centrale nel mondo aziendale a tutti i livelli e dimensioni.
Le aziende che dimostrano un forte impegno verso tali principi possono ottenere la certificazione ESG, ovvero un certificato che attesta e le qualifica per il loro impegno verso la sostenibilità.
Prima d’intraprendere il processo di certificazione ESG, è fondamentale avere una comprensione approfondita dei criteri ESG e dei principali standard esistenti, come il Global Reporting Initiative (GRI), lo United Nations Global Compact (UNGC) e lo Sustainability Accounting Standards Board (SASB).
Questi standard forniscono le linee guida sulle aree chiave della sostenibilità e su come misurare le performance aziendali in tali ambiti.
Una volta compresi i criteri ESG, è importante “condurre una valutazione interna” per comprendere lo stato attuale delle performance ESG dell’azienda.
Come? Analizzando i dati finanziari, l’identificazione dei rischi ambientali e sociali e programmare le strategie di miglioramento.
“Le strategie hanno un ruolo chiave nel processo di certificazione”: la definizione strategica è necessaria per stabilire gli obiettivi e gli investimenti da adottare per conseguirli.
Una volta definita la strategia, è necessario implementare le misure di monitoraggio dei risultati nel tempo.
Ciò può comportare la raccolta di dati specifici e l’integrazione di processi e procedure sostenibili all’interno delle attività aziendali quotidiane.
Certificazione ESG
Dopo aver condotto la valutazione interna e misurato le performance aziendali dei fattori ESG, è possibile avviare il processo di certificazione.
Ci sono diverse organizzazioni che offrono la certificazione ESG, ognuna con i propri requisiti e criteri di valutazione.
È importante selezionare una certificazione riconosciuta e affidabile che sia in linea con gli standard e le aspettative del settore.
Una volta ottenuta la certificazione ESG, vi è l’obbligo di comunicare i risultati in modo trasparente al mondo esterno, ad esempio agli azionisti, ai dipendenti ai fornitori e ai clienti.
Ciò può essere fatto attraverso la pubblicazione di report periodici di sostenibilità.
Seguendo i passi sopra descritti e dimostrando un solido impegno verso la sostenibilità e i fattori ESG, le aziende possono non solo contribuire a un futuro più sostenibile, ma anche ottenere benefici commerciali tangibili riconosciuti dal mercato.
Auditors e certificatori ESG?
Le certificazioni ESG, vengono rilasciate da diverse organizzazioni indipendenti e specializzate nel settore.
Alcune delle più riconosciute a livello internazionale sono:
> Global Reporting Initiative (GRI)
Il GRI è un’organizzazione senza scopo di lucro che promuove la divulgazione d’informazioni sull’impatto ambientale, sociale e di governance delle aziende. Il GRI fornisce linee guida e standard per la preparazione di rapporti di sostenibilità e non emette certificazioni, ma aiuta le aziende a sviluppare e migliorare le loro performance ESG.
> Carbon Disclosure Project (CDP)
Il CDP è un’organizzazione internazionale che richiede alle aziende di divulgare le loro emissioni di gas a effetto serra e le strategie per affrontare i cambiamenti climatici.
Le aziende che partecipano al CDP ricevono un punteggio di trasparenza e di azione climatica, ma non una certificazione specifica.
> Agenzie di rating.
Alcune agenzie di rating indipendenti, come Moody’s, S&P Global e MSCI, valutano anche le performance ESG delle aziende.
Queste agenzie utilizzano metriche specifiche per assegnare un punteggio o una valutazione alle aziende in base al loro impegno e alle performance in ambito ESG.
Costi della certificazione ESG?
I costi per ottenere una certificazione ESG possono variare a seconda dell’organizzazione che la rilascia e soprattutto a seconda della dimensione aziendale.
Logicamente più grande sarà l’impegno verso la sostenibilità più elevati saranno i costi.
È consigliabile contattare direttamente l’organizzazione di certificazione ESG prescelta per ottenere informazioni accurate sui costi.
Benefici e visione di lungo periodo.
Il mondo aziendale, tende razionalmente a mettere a confronto, COSTI vs BENEFICI.
Quali benefici potrebbe avere una azienda che opta per investire sulla sostenibilità certificando i fattori ESG?
Dal nostro punto di vista potremmo considerare tre tipi di benefici e ritorni economici:
> Il primo è un BENEFICIO DI BREVE PERIODO, riconoscimento commerciale dei clienti sui singoli prodotti. Il cliente certificato ESG riconosce al fornitore ESG un extra plus (o economico o in termine di volumi di prodotto) rispetto al fornitore non certificato ESG;
> Il secondo è un BENEFICIO DI MEDIO/LUNGO PERIODO, ritorno economico sugli investimenti sostenibili, in termini di saving economico nel tempo.
Questi investimenti hanno un payback time medio di 4/5 anni e consentiranno alle aziende di vedere i primi tangibili benefici solo dopo questo lasso temporale.
> Il terzo è un BENEFICIO DI LUNGO PERIODO, in base alla gerarchia classica della supply chain del mondo aziendale, (Producer OEM, fornitore Tier1 e fornitore Tier2), nel lungo periodo si tenderà sempre più a qualificare solo i fornitori certificati ESG.
Quello delle certificazioni ESG è un processo che sta iniziando ora, e che di fatto sta coinvolgendo principalmente i (producer OEM) e qualche fornitore di primo livello (Tier1).
Per tanto questo ingranaggio di selettività va visto necessariamente nel lungo periodo.
Le aziende che decidono oggi d’investire certificando i fattori ESG, sono principalmente quegli attori che hanno una visione di lungo periodo, che lo fanno perché creano valore tangibile per tutto il sistema aziendale e non per un immediato miglioramento del proprio c/economico.
L’interesse del Gruppo Inveco ai fattori ESG
Negli ultimi anni la nostra business unit delle energie rinnovabili è cresciuta moltissimo, sia in termini organizzativi che di volume di affari.
Sicuramente questo successo è stato reso possibile grazie alla nostra esperienza come general contractor nel mondo industriale e a una accurata programmazione e strategia commerciale.
A monte di tutto ciò però, vi è stata la presenza di una forte DOMANDA DI MERCATO.
È proprio l’analisi specifica della domanda che ci pone davanti una riflessione più appropriata e approfondita: “la domanda riscontrata negli ultimi anni di efficientare gli involucri edilizi industriali, il forte sviluppo delle energie rinnovabili, in primis l’installazione degli impianti fotovoltaici rooftop, sono già arrivati al capolinea”?
“Gli investimenti dei players industriali continueranno sui volumi attuali o avranno nei prossimi mesi contrazioni tali da mandare in crisi realtà come la nostra?” – “É già finito l’effetto paura di una azienda che ha visto schizzare il costo del kWh nel 2022, tornato poi ai livelli pre shock, più o meno di mercato?”
La risposta a queste semplici e scontate domande che sicuramente molti imprenditori si stanno facendo oggi, è a nostro modesto avviso: NO.
Le certificazioni ESG ne sono la prova, perché se il mondo aziendale, fortemente stimolato dalle istituzioni internazionali, ha preso questa rotta e intrapreso decisioni strategiche basate su investimenti strumentali, la risposta può essere solo un secco “NO”.
È qui che intravediamo la nostra opportunità di crescita, prima su tutti una “crescita culturale” che possa concepire e comprendere i veri fattori di forza che ruotano dietro alla sostenibilità, fattori apparentemente intangibili ma che creano valore in azienda.
Sempre dal nostro modesto punto di vista, le certificazioni ESG sono l’esempio di come il mondo aziendale si sta evolvendo e non lo farà fra 30 anni, lo sta già facendo e lo continuerà a fare.
(impianto realizzato a marzo 2023 per ICSS Group, azienda certificata ESG)
L’impegno del Gruppo Inveco, sarà quello d’implementare entro il 2024, la ISO 9001 con la ISO 14000, parallelamente condurre “una valutazione interna” per comprendere lo stato attuale delle performance ESG dell’azienda e iniziare a pianificare strategicamente degli obiettivi d’investimento.
Il Gruppo Inveco è sensibile ai temi legati alla sostenibilità e intravede nella transizione energetica opportunità di lungo periodo sostenute da una crescita culturale aziendale.