
di: Leonardo Corbucci 17 Luglio 2024 16:54
Guida completa sul funzionamento di un impianto fotovoltaico industriale
Per avere i ritorni economici attesi è importante monitorare giornalmente il proprio impianto fotovoltaico industriale.
In questo specifico approfondimento esploreremo ogni dettaglio, soffermandoci su:
- Benefici e ritorni economici degli investimenti.
- L’importanza di monitorare gli impianti costantemente e giornalmente.
In ultimo, daremo delle indicazioni per il corretto calcolo degli ammortamenti, aspetti fiscali indicati nelle circolari vigenti dell’Agenzia delle Entrate.
Come funziona un impianto fotovoltaico industriale?
Per capire il funzionamento di un impianto fotovoltaico industriale, bisogna innanzitutto comprendere come viene progettato e realizzato l’impianto stesso.
Parliamo quindi di un classico impianto in Media Tensione in ambito industriale, connesso alla rete elettrica locale “grid connected”, che lavora in parallelo con la rete elettrica che alimenta lo stabilimento. La produzione si integra con quella proveniente dalla rete, limitando così i prelievi delle utenze industriali.
La parte eccedente (ovvero si ha quando la produzione dell’impianto otovoltaico industriale è maggiore degli assorbimenti delle utenze di stabilimento), viene venduta alla rete.
Per massimizzare l’autoconsumo dell’energia generata dall’impianto fotovoltaico, viene installato un “Battery storage” che ha il compito di accumulare l’energia di giorno, quindi non immettendola in rete, per poi rilasciarla la sera in base alle esigenze di stabilimento efficientando per l’appunto l’auto consumo.
Secondo questa logica, il fotovoltaico è la tecnologia ideale per ridurre al minimo i costi energetici e raggiungere una maggiore sostenibilità della produzione industriale.
I principali componenti di un Impianto Fotovoltaico Industriale
Moduli fotovoltaici
Sono pannelli costituiti da celle di silicio (policristallino o monocristallino) che catturano l’energia irraggiata dal sole.
I componenti del modulo, trasformano la radiazione solare in energia elettrica (corrente continua), i moduli, connessi in serie, formano una stringa e le stringhe collegate in parallelo, costituiscono il generatore solare.
Strutture di supporto dei moduli
Sono le strutture che sorreggono i pannelli fissandoli alle varie tipologie di coperture industriali. Ultimamente, per alleggerire i carichi in copertura si utilizzano supporti in alluminio.
Inverter
È il dispositivo elettronico che trasforma l’energia elettrica prodotta dai moduli (cosiddetta corrente continua) nella stessa tipologia di quella utilizzata dalle utenze industriali (cosiddetta corrente alternata).
Per una maggiore sicurezza dell’impianto, gli inverter incorporano dei dispositivi di protezione che ne determinano lo spegnimento in caso di black-out o di disturbi della rete.
Cavi elettrici
I cavi di collegamento per pannelli fotovoltaici che trasportano la corrente continua sono sottoposti a sollecitazioni molto intense: sono cavi solari specifici, dotati di buona resistenza ai raggi UV e ai fenomeni atmosferici.
Sistemi di protezione
Rappresentano il complesso dei sistemi (es. interruttori, differenziali, limitatori, scaricatori) che proteggono l’impianto da eventi avversi come sovraccarichi, cortocircuiti e fulmini, oppure da contatti diretti.
Sistemi di misura
Gli impianti fotovoltaici connessi in rete presentano un nuovo contatore installato dal distributore di zona, che misura la produzione; tale contatore si somma a quello già presente in stabilimento che misurerà quindi lo scambio dell’energia prodotta con quella consumata e quella eventualmente immessa in rete: cosiddetti “Contatori bi-direzionali”.
Sistema di Monitoraggio
È un sistema che permette di controllare il proprio impianto da remoto, monitora l’andamento della produzione e dell’autoconsumo e verifica lo stato degli inverter.
I dati relativi alla produzione dell’impianto in kWh, vengono trasferiti in uno “smart logger” che, connesso ad un server di servizio customizzato dal produttore del sistema di monitoraggio stesso, mostrano all’utente diverse funzioni.
A livello gestionale è possibile fare diversi settaggi specifici, a livello di reporting è possibile interpolare produzioni, consumi, scariche e cariche dello storage e così via.
Legenda:
- La linea arancione indica il consumo dello stabilimento industriale;
- La gaussiana verde la produzione di energia generata dal sistema fotovoltaico;
- La curva cobalto indica l’intervallo temporaneo in cui viene caricato giornalmente il sistema di storage;
- La curva viola invece indica l’intervallo temporaneo in cui il sistema di storage interviene in parallelo alla produzione del fotovoltaico, per abbattere i consumi dello stabilimento;
Benefici economici e ritorno dell’investimento di un impianto fotovoltaico industriale
Per comprendere invece i benefici economici ed il ritorno dell’investimento di un impianto fotovoltaico bisogna valutare i saving medi annui del mancato esborso economico delle bollette di energia elettrica, sommate alle remunerazioni delle immissioni rete.
Facciamo un esempio molto pratico:
“Dato il costo dell’investimento di un impianto fotovoltaico industriale di 944 kW, attesa una producibilità media annua di (1.141 kWh/kWp – zona geografica centro/ nord Italia) 969.393 kWh, dei quali l’85% verrà auto consumato direttamente dalle utenze dello stabilimento industriale e la restante parte del 15% andrà in “Grid Connected”, avremmo i seguenti benefici economici:
- Un SAVING OPERATIVO ANNUO LORDO di 149.006 €, ai quali vanno sottratti i COSTI OPERATIVI ANNUI, quindi otterremo un SAVING OPERATIVO ANNUO NETTO di 136.006 €.
- Se rapportato all’investimento iniziale otterremo un PAY BACK TIME di 5 anni e 9 mesi.
Se si considera che il costo dell’energia elettrica è variabile nel tempo, con l’analisi di sensitività riusciamo ad identificare la variabilità del ritorno dell’investimento su intervalli che oscillano di qualche mese da un caso all’altro.”
Per avere certezza dei benefici economici esposti, bisogna necessariamente considerare strumentali le manutenzioni periodiche di impianto ed il monitoraggio giornaliero.
Monitorare un impianto è fondamentale perché puoi valutare da remoto la produzione istantanea e quindi intervenire prontamente in caso di guasti ed anomalie di sistema.
Calcolo dell’ammortamento di un impianto fotovoltaico industriale
L’art. 23, co. 47, d.l. 6 luglio 2011, n. 98 aveva stabilito che, a decorrere dal 2013, sarebbe stata rivista la disciplina del regime fiscale degli ammortamenti dei beni materiali.
Tale aggiornamento sarebbe stato quindi molto importante per il settore degli impianti a fonti rinnovabili, in quanto le nuove tecnologie utilizzate in questi progetti avrebbero finalmente avuto degli specifici coefficienti di ammortamento.
Tale regolamento è stato sì, adottato a fine 2013, ma si è assistito ad un mutamento interpretativo (in senso sfavorevole) dell’Agenzia delle Entrate, in ordine al coefficiente di ammortamento applicabile agli impianti fotovoltaici.
L’Ente fiscale, infatti, nel 2007 aveva ritenuto che tale coefficiente fosse del 9%, in quanto classificabili come beni mobili (c.m. 19 luglio 2007, n. 46/E).
Sconfessando sé stessa, l’Agenzia delle Entrate, nel 2013, ha cambiato orientamento e, ritenendo gli impianti fotovoltaici di maggiori dimensioni di natura immobiliare, ha stabilito che in quei casi ci si debba riferire alla percentuale di ammortamento del 4% prevista per i “fabbricati destinati all’industria” (c.m. 19 dicembre 2013, n. 36).
L’Agenzia delle Entrate ha ritenuto di applicare ai beni mobili i coefficienti previsti per gli impianti produttivi di energia termoelettrica (Gruppo XVII, specie 1/b) pari al 9%.
Invece, per quanto riguarda i beni immobili, avendo il decreto specificato che dalla definizione sono esclusi i fabbricati, considera applicabile il diverso coefficiente del 4%.
Pertanto, e in conseguenza di tale impostazione, l’Amministrazione finanziaria, sempre nella Circolare n. 36/2013, si è espressa relativamente al coefficiente di ammortamento degli impianti fotovoltaici, andando di fatto a legare alla natura immobiliare o mobiliare dell’impianto (e cioè all’inquadramento catastale).
In sostanza ritiene l’Ente fiscale applicabile:
- Il coefficiente di ammortamento del 9% ai soli impianti fotovoltaici qualificabili come beni mobili, in quanto equiparabili alle centrali termoelettriche
- Il coefficiente di ammortamento del 4% previsto per i fabbricati destinati all’industria, agli impianti fotovoltaici qualificabili come beni immobili.
Tale presa di posizione dell’Ente fiscale, la quale ha determinato molte critiche e anche numerosi contenziosi tributari, è stata oggetto di una specifica pubblicazione da parte dell’Associazione Italiana Dottori Commercialisti (Norma di Comportamento n. 197 del 18 luglio 2016): in tale documento viene preliminarmente approfondito il trattamento contabile previsto dal Principio contabile nazionale (OIC 16).
Dal punto di vista contabile, come descritto dall’OIC 16, il valore di un impianto complesso di produzione di energia elettrica (da fonte fotovoltaica, eolica o termica), deve essere scomposto sulla base della natura delle relative componenti, secondo le categorie delle immobilizzazioni materiali individuate dall’art. 2424 c.c.
Inoltre, nel caso in cui si ravvisi un’unità economico-tecnica, ovvero un insieme di beni tra loro coordinati in una logica tecnico-produttiva, occorre determinare i valori dei singoli cespiti che la compongono, distinguendo i cespiti soggetti ad ammortamento (a loro volta suddivisi sulla base della vita utile), da quelli non suscettibili di essere ammortizzati.
L’OIC 16 precisa anche che, l’ammortamento delle componenti, pertinenze o accessori (inclusi in un cespite complesso) che siano caratterizzate da una diversa vita utile, devono essere calcolati separatamente per ognuna di esse (criterio del c.d. “component approach”).
Quindi, già nella fase dell’iscrizione contabile a bilancio, il valore della complessa struttura degli impianti di produzione di energia elettrica deve essere scomposto per componenti secondo natura, ammortizzabilità e durata utile, sulla base dei prezzi di mercato e tenendo conto dello stato dei beni.
La pubblicazione prosegue analizzando il conseguente profilo fiscale relativo al corretto ammortamento di tali beni, introducendo alcune riflessioni che di fatto “superano” l’approccio dell’Agenzia delle Entrate.
E precisamente l’Associazione Italiana Dottori Commercialisti osserva che:
- Scopo del d.m. è quello di suddividere per natura i beni materiali di durata pluriennale per identificare la durata utile, esprimendola in coefficienti di ammortamento differenziati;
- La qualificazione come fabbricato degli impianti fotovoltaici (equiparati per analogia alle centrali termoelettriche), si rende utile nei casi in cui i beni non siano tra loro facilmente distinguibili (cioè beni materiali diversi per natura, con diverse durate utili, che risultino assiemati per svolgere una funzione complessa);
- Differentemente da quelli termoelettrici, gli impianti fotovoltaici (ed eolici), per lo più necessariamente, sono esposti agli agenti atmosferici, essendo ospitati all’interno di fabbricati minori solo eventualmente e per una loro parte marginale (es. le sottostazioni elettriche e le cabine elettriche).
E conclude che:
- Alle componenti fabbricati, che hanno un maggiore periodo di deperimento, sarebbe applicabile il coefficiente del 4%;
- Alle componenti impiantistiche (elementi fondamentali) degli impianti fotovoltaici, la cui identificazione deriva dall’analisi della modalità con la quale svolgono la loro funzione essenziale, rappresentata dalla produzione dell’energia elettrica, risulterebbe invece applicabile il coefficiente del 9;
- Alle componenti separatamente elencate dal d.m. 31 dicembre 1988 (al Gruppo XVII, specie 1/b) si applicano i diversi coefficienti ivi previsti.
Unica eccezione sarebbe rappresentata dalle strutture di sostegno dei pannelli, che per la loro natura di costruzioni e la loro durata, possono essere assimilati al fabbricato, anche sul piano contabile e fiscale.
Si evidenzia infine, che tale impostazione, elaborata dall’Ordine dei Commercialisti (e assolutamente condivisibile sotto il profilo giuridico e tecnico), è stata oggetto di specifica interrogazione parlamentare n. 5-09541 del 22 settembre 2016, a cui il Ministro dell’economia e delle finanze ha replicato negativamente.
In sostanza il Governo ha ribadito l’orientamento espresso dall’Agenzia delle Entrate (circolare 36/E del 19 dicembre 2013), e cioè il coefficiente di ammortamento del 9% (sugli impianti qualificati come mobili) e il 4% (su quelli qualificati come beni immobili).
La risposta all’interrogazione lascia quindi aperto il tema della divergenza tra la normativa civilistica e la normativa fiscale (che dovrà essere oggetto di singola e specifica valutazione dell’imprenditore e del commercialista), causando come inevitabile conseguenza il continuo aumento del contenzioso tributario.
Conclusioni
Il settore fotovoltaico ha avuto uno sviluppo davvero importante negli ultimi 3 anni, secondo i dati GAUDÌ (vedi figura sottostante).
A Gennaio 2020 in Italia la potenza complessiva installata in MW era di 21.630, mentre a fine 2023 superiore ai 30.000 MW, equivalente ad una crescita pari a 9.000 MW che corrisponde più o meno al trend decennale 2011 – 2021.
In questo periodo si parla molto di Fotovoltaico, di aumento della potenza installata in MW, di produzione complessiva in GWh, di potenze nominali dei singoli impianti, ma, si parla molto poco di cosa occorre per realizzare un impianto fotovoltaico.
In conclusione, la realizzazione di un impianto fotovoltaico richiede non solo competenze tecniche ma anche una gestione attenta delle componenti economiche e fiscali.
Con un monitoraggio continuo, è possibile garantire un ritorno sull’investimento sicuro e sostenibile, contribuendo allo stesso tempo alla riduzione dei costi energetici e alla tutela dell’ambiente.
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