Lavori di ampliamento su uno Stabilimento Industriale

di: Leonardo Corbucci 6 Novembre 2024 15:40

Come pianificare l’ampliamento di uno stabilimento industriale

Costi, Vantaggi e Processi di Realizzazione

Ampliare uno stabilimento industriale è una operazione che sulla carta può sembrare facile, ma che nella realtà comporta parallelizzare e preventivare la fattibilità di tutti gli aspetti tecnici e normativi.

Quando un’azienda intende ampliare la propria capacità produttiva e di conseguenza intende ampliare il proprio ambiente di lavoro, il focus strategico da prendere in considerazione come primo step della fattibilità progettuale è sicuramente il contesto normativo.

Successivamente, dovranno essere analizzati i progetti sia esistenti e sia quelli nuovi.

La cantieristica assumerà un aspetto cruciale, poiché deve essere coordinata con il proseguimento dell’attività produttiva. È fondamentale minimizzare le interferenze per garantire la sicurezza dell’ambiente di lavoro.

Inoltre, i collaudi e le procedure di hand over finali dovranno considerare il vecchio impianto insieme al nuovo.

Qui di seguito riportiamo nello specifico le quattro fasi fondamentali, le quali svolgono un ruolo cruciale per garantire la qualità e la conformità alle normative vigenti.

  1. Contesto Normativo: questa fase iniziale si concentra sull’analisi delle normative e dei regolamenti pertinenti, fondamentali per l’avvio del progetto.
  2. Engineering Studies: successivamente, si procede con gli studi di ingegneria, dove vengono elaborati i dettagli tecnici e progettuali, assicurando che le soluzioni siano efficienti e sostenibili.
  3. Cantieristica: in questa fase, si entra nel vivo della costruzione, gestendo tutte le attività in cantiere, dalla logistica alla sicurezza, per garantire un avanzamento regolare e conforme ai piani.
  4. Collaudo e Procedure di Hand Over: infine, il progetto viene sottoposto a collaudo, seguita dalle procedure di hand over, che segnano la transizione ufficiale della gestione dell’infrastruttura.

Gli aspetti normativi in Italia per l’ampliamento e/o costruzione di un capannone industriale: piani regolatori PRG e PRT

L’iter progettuale di un nuovo edificio coinvolge più professionalità tra loro, specifiche per ogni ambito di lavorazione e coordinate da un tecnico abilitato (geometra, architetto o ingegnere) di fiducia del cliente che tiene i contatti con l’Amministrazione Comunale competente. 

Le norme da tenere in considerazione sono sia nazionali che regionali. Uno dei primi passi è la verifica della destinazione d’uso del terreno individuato su cui ampliare e/o costruire il capannone, e la presenza o meno di vincoli ambientali, paesaggistici o storici.

I parametri edificatori sono contenuti nel P.R.G. (Piano Regolatore Generale) di competenza comunale, anche se negli ultimi anni stanno uscendo diverse norme regionali alle quali i vari Comuni si stanno adeguando, procedendo con le varianti ai PRG.

DM 17.01.2018, Norme Tecniche per le Costruzioni – norma nazionale

Un altro passaggio preliminare è l’analisi geologica dell’area di intervento, che deve essere effettuata da un geologo o un tecnico specializzato. 

Questo passaggio è fondamentale per valutare se l’area possa essere soggetta a frane o alluvioni, garantendo così la stabilità delle opere in progetto.

Inoltre, permette di comprendere la stratigrafia del terreno sottostante e di determinare il tipo di fondazione necessario per la costruzione.

La realizzazione o l’ampliamento di un nuovo fabbricato va richiesto generalmente al Comune del luogo di edificazione, allegando il progetto della nuova costruzione.

Il progetto comprenderà:

  • Una relazione tecnica esplicativa
  • Disegni del nuovo stabile (piante, prospetti e sezioni)
  • Asseverazioni del progettista
  • I pareri di altri Enti che possono essere coinvolti, a vario titolo, nella progettazione.

Il Permesso a Costruire è il titolo edificatorio principale, disciplinato dal D.P.R. 380/2001 al quale l’Ente è tenuto a rispondere in forma scritta e ufficiale entro 60 gg. dalla presentazione.

La SCIA, alternativa al PdC, utilizzata solo in specifiche circostanze, è un titolo abilitativo più snello che consente di iniziare subito i lavori senza aspettare “il via libera” dell’Ente, il quale ha però 30 gg. per bloccare, eventualmente, i lavori – qualora vengano ravvisate difformità urbanistiche.

Questa, è sempre disciplinata dal D.P.R. 380/2001.

DPR 151/2011 & D.LGS. 81/2008 norma nazionale antincendio e di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro

Oltre agli aspetti architettonici, quando la costruzione è fatta a servizio di un’attività industriale specifica, il progetto dovrà richiedere l’assenso preventivo di altri Enti coinvolti, in particolare VV.F. e ASL.

A livello antincendio, la pericolosità dell’attività incide su tanti aspetti architettonici, determinando ad esempio:

  • Le dimensioni dei compartimenti
  • La lunghezza massima dei percorsi di esodo

A livello di igiene, ci sono requisiti da soddisfare sia per l’aerazione e illuminazione dei locali che per le dimensioni di determinati locali tipo:

  • Bagni
  • Spogliatoi

Questo, per il comfort delle persone nei luoghi di lavoro.

Al fine di rilasciare un permesso a costruire, l’Ente è tenuto a richiedere anche i progetti sismici, termici ed elettrici, i quali saranno progettati rispettivamente secondo specifiche norme, regola dell’arte e norme CEI. (Tecnico di riferimento: tecnico specialista ingegnere elettrico, meccanico, p.i.)

Il progetto della sismica (tecnico di riferimento: tecnico specialista ingegnere), dei calcoli statici della struttura, per garantire la stabilità delle opere in oggetto, vanno depositati al competente ufficio regionale ex Genio Civile mentre i progetti elettrici e meccanici vanno depositati al Suap del Comune.  

In questa prima parte dell’approfondimento, abbiamo voluto mettere in luce l’ampiezza e la complessità della tematica.

I medesimi argomenti sono trattati in diverse leggi, nazionali e regionali, spesso con conflitti di gerarchia tra i vari livelli normativi, dal nazionale al comunale.

Per affrontare queste sfide, è fondamentale avvalersi di un general contractor esperto, come Inveco Holding Spa.

Una progettazione del genere, significa coordinare e organizzare tutti gli step del progetto di ampliamento, garantendo una gestione efficace e fluida che richiede anche la supervisione di un tecnico coordinatore, che gestisca i rapporti con l’ente competente e sia supportato da un team di professionisti specializzati per le progettazioni di dettaglio.

Case Study Pratici

Ogni progetto di ampliamento industriale è unico e complesso, influenzato da una moltitudine di fattori che vanno dalle normative locali alle esigenze specifiche dell’azienda.

(Clicca qui per leggere le main reference)

Per fornire una visione più approfondita e pratica esploreremo 3 casi studio, sia italiani che esteri di diversa difficoltà, che mostrano come questi progetti possano essere affrontati con successo, mantenendo al contempo conformità alle normative e ottimizzando le risorse.

Questi, i tre diversi livelli a cui faremo riferimento:

  • Livello base
  • Livello intermedio
  • Livello avanzato

Scatolificio Saico – Città di Castello (PG)

Nel 2018 il cliente ci ha chiesto di ampliare il proprio magazzino con la realizzazione di un nuovo fabbricato industriale di 1.000 mq circa.

Si è trattato di un intervento da definire come un “ampliamento base”, vale a dire: abbiamo realizzato il nuovo magazzino c.a.p. (cemento armato precompresso) in adiacenza all’attuale edificio.

Per una logica normativa la nuova struttura prefabbricata a livello strutturale è da considerarsi autonoma ed indipendente rispetto a quelle esistenti all’epoca dell’ampliamento.

In questo specifico caso i due fabbricati (esistente e nuovo) sono stati collegati solamente nelle sommità delle due coperture industriali con un raccordo progettato su misura sia a livello progettuale che a livello realizzativo.

Questo tipo di ampliamento è definito per l’appunto “basein quanto la difficoltà tecniche e costruttive sono state minimali al di là delle dimensioni del nuovo magazzino.

Citiamo anche la destinazione finale dell’ampliamento: a livello impiantistico non abbiamo dovuto eseguire un intervento di rilievo perché è stato di fatto realizzato solamente l’estensione dell’impianto elettrico di illuminazione dell’intero stabilimento.

Altri impianti di processo generali e specifici non erano necessari.

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Dytech F&T (Tunisia): oggi Sumiriko Italy S.p.A.

In Tunisia nel 2005 costruimmo il primo plant di 4.500 mq su una superficie di terreno complessiva di oltre 20.000 mq.

Oltre alla costruzione del plant facemmo già all’epoca alcune predisposizioni tecniche per un futuro raddoppio dello stabilimento industriale in adiacenza.

In questo specifico caso realizzammo tutti i sottoservizi per uno stabilimento di 9.000 mq, come ad esempio:

  • Canalizzazione delle acque piovane e delle acque reflue
  • Collegamenti elettrici
  • Strade
  • Viabilità.

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Inoltre la superficie esterna dove sarebbe venuto l’ampliamento fu completamente livellata con materiale stabilizzato arido di cava. (Qui, le immagini)

Invece nel 2008, quando fu realizzato l’ampliamento, sfruttammo al massimo la predisposizione che avevamo considerato nel primo progetto.

Questo tipo di ampliamento è da considerarsi come un “ampliamento intermedio” in quanto la difficoltà principale è stata riprendere il progetto del primo step, raddoppiarlo sia dal punto di vista strutturale ma soprattutto impiantistico, considerando che la destinazione finale del nuovo ampliamento in questo caso era di carattere produttiva.

La parte impiantistica, quando vengono realizzati questi raddoppi produttivi, è prevalente rispetto alla parte strutturale, sia dal punto di vista dei costi che di tempistica di realizzazione.  

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In Tunisia gli impianti generali e di processo realizzati nel 2005 e raddoppiati nel 2008 furono sostanzialmente quattro:

  • L’illuminazione generale e la forza motrice su blindo sbarra, con raddoppio a monte delle utenze di media tensione come ad esempio le celle MT ed i trasformatori
  • L’aria compressa con l’installazione di un nuovo compressore ed il nuovo anello di distribuzione.
  • L’acqua refrigerata con l’installazione di un nuovo chiller e relativo raddoppio del network di distribuzione.
  • Un locale per nuovi spogliatoi con il riscaldamento dell’acqua sanitaria funzionante tramite un sistema di scambiatore di calore dalla sala compressori.

Cooper Standard S.p.A., Tristone S.p.A. – Ciriè (TO)

Fra il 2016 ed il 2017 a Ciriè, abbiamo realizzato un progetto complesso per due clienti che condividevano la medesima area industriale, un comparto di oltre 100.000 mq suddivisi in:

  • Poli produttivi
  • Magazzini locali tecnici
  • Reparti produttivi
  • Palazzine direzionali ad uso uffici.

Questo tipo di intervento di ristrutturazione ed ampliamento industriale è da considerarsi “ampliamento avanzato” in quanto la complessità tecnica è elevata.

Il successo di realizzazione di un progetto del genere dipende sostanzialmente dal livello di due fattori:

  • Engineering
  • Tecnici con esperienza e di altissimo profilo.

L’intervento, durato complessivamente 18 mesi, tempistica nella quale sono state eseguite da noi, come general contractor:

  • Opere edili
  • Demolizioni
  • Ampliamenti
  • Rifacimenti: parcheggi e viabilità, sottoservizi impiantistici, locali tecnici, reparti produttivi, nuovi magazzini e nuovi uffici direzionali.

Conclusione

In un contesto complesso e altamente competitivo, il ruolo del general contractor si rivela strategico per garantire la perfetta esecuzione di ogni fase di un progetto di ampliamento.

Con la nostra esperienza consolidata e la capacità di coordinare e integrare le diverse competenze coinvolte, noi di Inveco rappresentiamo un punto di riferimento fondamentale per chi desidera portare a termine progetti di espansione senza rinunciare a qualità, tempistiche precise e ottimizzazione dei costi.

Affidarsi a noi significa assicurarsi una guida sicura e professionale, in grado di trasformare un’idea in realtà con la massima efficienza.

Approfondimento a cura del C.E.O. del Gruppo Inveco; Dott. Filippo Barbetti e ing. Matteo Pierotti.

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