
di: Isabella Durante 30 Ottobre 2025 11:18
Integrazione del fotovoltaico industriale in una CER con Smart Grid. Partiamo dalle basi!
Hai consultato la mappa interattiva GSE e scoperto che la tua azienda rientra nel perimetro di una cabina primaria. Adesso vuoi capire come integrare l’impianto fotovoltaico industriale in una Comunità Energetica Rinnovabile. Lo ritieni un ottimo modo per rafforzare, in quanto prosumer, la strategia energetica aziendale. Inizi in autonomia a reperire qualche informazione. In particolare, vorresti saperne di più su CER e Smart Grid. Sei nel posto giusto!

Tre tecnologie stanno assumendo, insieme, un’importanza crescente nell’ambito della transizione energetica ed ecologica: fotovoltaico industriale, Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) e Smart Grid. Spesso vengono trattate separatamente, ma per un’azienda energivora la combinazione di questi tre elementi può rafforzare in modo significativo la strategia energetica. Va oltre il risparmio energetico, l’autoconsumo e l’accumulo. Trasforma l’azienda in prosumer, e gli impianti in nodi di una rete elettrica sempre più intelligente e partecipata.
Un impianto fotovoltaico industriale permette a un’azienda di autoprodurre energia elettrica, riducendo il prelievo dalla rete nei momenti di maggiore prezzo. Per massimizzare i benefici è certamente possibile introdurre un sistema di accumulo. Ma le CER condividono l’energia prodotta con altri membri della comunità, e le Smart Grid ottimizzano il flusso energetico tra produzione, consumo interno, accumulo e scambio. Tutto questo valorizza ancora di più l’energia da fonte rinnovabile.
Cos’è una CER?
La CER è un modello organizzativo e giuridico che definisce chi fa parte della comunità energetica, chi possiede gli impianti, come si ripartiscono gli incentivi.
Una Comunità Energetica Rinnovabile è quindi un modello di associazione tra soggetti diversi. Imprese, cittadini, enti pubblici, cooperative. Che decidono di produrre, consumare e condividere energia da fonte rinnovabile. All’interno di un territorio definito dalla cabina primaria alla quale tutti i membri devono essere connessi.
L’energia prodotta viene condivisa attraverso la rete di distribuzione esistente.
Possono essere membri o soci di una CER:
- persone fisiche;
- PMI, anche partecipate da enti territoriali;
- associazioni;
- aziende territoriali per l’edilizia residenziale;
- istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza;
- aziende pubbliche di servizi alla persona;
- consorzi di bonifica;
- enti e organismi di ricerca e formazione;
- enti religiosi;
- enti del terzo settore;
- associazioni di protezione ambientale;
- amministrazioni locali individuate nell’elenco delle amministrazioni pubbliche predisposto dall’ISTAT ai sensi dell’articolo 1, comma 3, della legge 31 dicembre 2009, n. 196.
Non possono, per esempio, essere membri o soci di una CER:
- amministrazioni centrali;
- le grandi imprese non possono essere membri di una CER ma possono far parte di un gruppo di autoconsumatori rinnovabili;
- imprese del settore produzione e commercio di energia elettrica (codici ATECO 35.11.00 e 35.14.00).
I requisiti essenziali per costituire una CER sono:
- la presenza di almeno due membri (produttore e/o consumatore) con punti di connessione distinti;
- i membri devono essere connessi alla stessa cabina primaria o area definita elettricamente. Non è sufficiente che gli impianti siano vicini fisicamente, devono essere elettricamente collegati in modo da poter condividere energia nel medesimo nodo di rete;
- gli impianti di produzione possono essere dotati anche di sistemi di accumulo.
Le forme giuridiche per costituire una CER sono:
- cooperative sociali;
- fondazioni del terzo settore;
- associazioni riconosciute e non riconosciute del terzo settore;
- imprese sociali;
- società cooperative.

Incentivi e valorizzazione dell’energia condivisa
I membri della CER ricevono una tariffa incentivante ventennale sull’energia condivisa (tra 60 e 120 €/MWh, in base alla zona e alla taglia dell’impianto), più il corrispettivo di valorizzazione ARERA (circa 8 €/MWh). Nei Comuni sotto i 50.000 abitanti, è disponibile fino al 30 novembre 2025 un contributo PNRR fino al 40% per la realizzazione degli impianti.
L’autoconsumo diffuso permette ai membri della CER di accedere ai contributi economici GSE sull’energia condivisa, che non viene prelevata dalla rete convenzionale ma scambiata tra i membri della comunità.
Per visionare i Bandi regionali per CER attivi clicca qui, e qui per il percorso informativo per i Comuni interessati.
Cos’è una Smart Grid?
Una Smart Grid è una rete elettrica intelligente che utilizza tecnologie digitali per gestire la produzione, la distribuzione e il consumo di energia in modo dinamico e bidirezionale. A differenza delle reti tradizionali (dove l’energia fluisce solo in una direzione, dalla centrale al consumatore), la Smart Grid permette flussi in entrambe le direzioni. E si adatta in tempo reale alle variazioni di domanda e offerta.
La Smart Grid abilita anche servizi avanzati come il demand response, e dunque orientare i consumi sulle ore in cui l’energia costa meno. Il peak shaving ossia ridurre i picchi di prelievo per abbassare gli oneri fissi in bolletta. E la partecipazione ai mercati di flessibilità, e pertanto vendere servizi di bilanciamento alla rete nazionale.

Perché CER e Smart Grid sono concetti distinti, interconnessi e complementari?
In breve, come si integra un impianto fotovoltaico industriale in una CER, in presenza di una Smart Grid?
In una CER, l’impianto fotovoltaico industriale condivide l’energia prodotta tra i membri, aumentando la flessibilità e il vantaggio economico complessivo. Se la comunità è dotata di Smart Grid, i flussi energetici vengono gestiti in modo dinamico. L’energia prodotta nelle ore di sole può alimentare altri membri della comunità o essere immagazzinata per momenti di maggiore necessità. Questo massimizza l’utilizzo dell’impianto e riduce sprechi.
Un’azienda energivora che vuole avviare un progetto di questa tipologia dovrebbe innanzitutto verificare a quale cabina primaria è connessa (consultando la mappa GSE) e se nel territorio esiste già una CER attiva oppure va costituita. E poi:
- redigere lo statuto della CER, definire regolamento, quote, modalità di ripartizione dell’energia e degli incentivi;
- accreditarsi presso il GSE seguendo le regole operative;
- inserire l’impianto fotovoltaico industriale all’interno della CER e definire i flussi di energia condivisa;
- valutare periodicamente la redditività;
- verificare la necessità di adeguamenti normativi o opportunità in relazione a nuovi bandi e incentivi.

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